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Crisi economica: l'e-commerce voce in controtendenza

La crisi economica mondiale, avviatasi silenziosamente quasi un decennio fa, in questo momento sta investendo in pieno il ns. paese.
 
Alcuni segnali di ripresa si avvertono, ma non si tratta di ritorno al passato, ai vecchi equilibri precedenti la crisi, bensì degli effetti, in parte positivi, di trasformazione di cui ogni crisi è portatrice.
 
Dunque la sopravvivenza di ogni iniziativa economica e lavorativa è legata alla capacità di ri-adeguarsi al nuovo.
 
In questo senso va letto il dato positivo proveniente dal comparto del commercio elettronico
 
Nel 2011 il 32% di crescita sul 2010 con un valore di 18 miliardi di euro. Nel 2012 si passa a 21,1 miliardi di euro con circa il 12% di incremento. A livello mondiale l'e-commerce ha superato nel 2012 i mille miliardi di dollari. Certamente il 2013 farà registrare ulteriori incrementi. Considerando la diffusione sempre maggiore degli accessi, anche mobili degli utenti, si stima che nel 2015 il 50% della popolazione europea effettuerà acquisti OnLine.
 
Certamente, nel nostro paese, occorre che lo stato renda più snella la legislazione favorendo e non ostacolando e che le aziende, in misura più massiva di quanto non sia stato fin qui fatto, intraprendano la via del web e in particolare quella dell'e-commerce.
 
La nuova situazione impone alle aziende di riconsiderare la propria offerta, azione che tuttavia necessita di investimenti in promozione e marketing on line, come il social commerce.
Sono strategie di medio termine, che tuttavia producono ritorni interessanti, infatti le imprese italiane che vendono on line, hanno ottenuto mediamente il 27% del fatturato dall'estero, ed in particolare dall'Europa. Questo a dispetto della ridotta presenza (solo il 30% delle imprese dispone di almeno un sito in lingua straniera e il 45% vende unicamente in Italia)



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